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Gli investimenti tematici rappresentano un’importante evoluzione nel mondo degli investimenti e possono essere un’arma in più per chi cerca extra profitti, scommettendo su potenziali tendenze vincenti del futuro. L’invecchiamento della popolazione è sicuramente considerato un importante mega-trend. Ma è anche una buona occasione di investimento?
Brevemente sui mega-trend.
Investire in modo tematico significa puntare, con una parte del proprio capitale, su un singolo trend, scommettendo sulle potenzialità di crescita futura di quel business.
Pertanto un mega-trend, per dirsi tale, dev’essere riferito ad un settore caratterizzato da un tasso di crescita futura superiore alla media. Chi investe in un mega-trend lo fa quindi con l’obiettivo di ottenere guadagni maggiori rispetto alla media; ovvero di quelli che potrebbe ottenere investendo in un indice azionario diversificato, come l’MSCI World a livello globale o l’S&P500 in ambito USA.
I mega-trend, per definizione, si sviluppano nel futuro e riguardano settori di business molto spesso nuovi o addirittura emergenti. Cosa che aumenta notevolmente il livello di rischio di questa forma di investimento.
Per cui, ferma restando la necessità di determinare la percentuale di patrimonio che può esservi allocata solamente con una corretta attività di pianificazione strategica, è comunque consigliabile destinare solo una quota marginale del capitale, facendo riferimento alla cosiddetta parte “satellite” del portafoglio.
E’ un paese per vecchi: investire nell’economia dell’invecchiamento.
Che ci piaccia o no, il mondo sta invecchiando.. E noi con lui.
Secondo l’ONU, nel 2030 un miliardo di persone sarà ultrasessantenne, una quota superiore a quella dei minori di dieci anni. E nel 2050 gli ultrasessantenni saranno addirittura 2,1 miliardi, superando così anche i minori di 24 anni. E, a dispetto di quello che si potrebbe credere, i nuovi vecchi saranno concentrati in aree che comprendono ad esempio Cina, Brasile, India e Messico.
Le persone anziane oggi lavorano più a lungo di prima, sono la fascia di popolazione più ricca e stanno permettendo lo sviluppo della nuova economia dell’invecchiamento.
Con numerosi risvolti, che costituiscono a loro volta altrettanti business, potenzialmente molto remunerativi e di forte crescita nel prossimo futuro.
Per citarne alcuni:
- i ricchi pensionati, oltre a fare da pilastro al welfare del figli, spendono i loro soldi in crociere, soggiorni termali, palestre, chirurgia estetica, integratori alimentari, servizi di gestione patrimoniale e di successione generazionale.
- l’allungamento dell’età lavorativa, per conto suo, determina la necessità di adeguare i luoghi di lavoro con strutture fisiche e informatiche, in grado di permettere a questa fascia della popolazione di svolgere la propria professione nel modo più efficiente e comodo possibile.
- una popolazione sempre più anziana necessita di cure mediche sempre più frequenti; cosa che determina la necessità di adeguare le infrastrutture ospedaliere e di sviluppare una sanità diffusa, in grado per esempio di gestire a domicilio le malattie croniche e le terapie riabilitative.
- infine, è in atto una rivoluzione tecnologica tutta mirata al fabbisogno degli anziani, che sta portando alla nascita di nuove soluzioni di “salute digitale”, che sfruttano l’IoT (internet delle cose) nei dispositivi comunemente usati. Come ad esempio, gli apparecchi acustici miniaturizzati fabbricati dalla svizzera Sonova, i servizi di teleassistenza forniti da Axa o ancora la consegna di farmaci a domicilio attuata da Amazon.
Come cavalcare questo trend?
Per chi crede nelle potenzialità di questo mega-trend, le occasioni di investimento non mancano.
Oltre alla valida ma impegnativa possibilità di selezionare le singole azioni da comprare, creando un mini portafoglio che si concentri solo sul segmento del trend che maggiormente ci interessa, sono molti gli strumenti finanziari che permettono di scommettere su questa tematica in modo efficiente e diversificato.
Molti di questi sono però fondi comuni a gestione attiva oppure certificati di investimento (come quello emesso da Vontobel sull’indice Solactive Demographic Opportunity, dedicato specificamente alla Silver Economy): cioè prodotti che, vuoi per la componente costi superiore alla media, vuoi per il livello di rischiosità intrinseca elevato, potrebbero non essere la migliore soluzione per una scommessa che, già di per sé, è parecchio aleatoria.
Motivo per cui credo che la scelta migliore in ambito risparmio gestito potrebbe essere l’ETF iShares Ageing Population di Blackrock (ISIN IE00BYZK4669, spese di gestione pari allo 0,4% annuo e patrimonio gestito di euro 770 mln), che investe nelle società fornitrici, a livello globale, di servizi rivolti alla popolazione ultrasessantenne.
Il focus è particolarmente orientato sui settori salute, servizi finanziari e beni voluttuari, mentre l’allocazione è rivolta principalmente agli USA (53%), al Giappone (7%) e al Regno Unito (5%).
Come vediamo nel grafico, tuttavia, chi avesse deciso di puntare cinque anni fa su questo trend, utilizzando questo ETF di IShares, ad oggi non avrebbe avuto ragione, poiché avrebbe registrato una performance (dividendi inclusi) nettamente inferiore a chi invece avesse molto più semplicemente “comprato” l’indice azionario globale, mediante il Core MSCI World (26,85% vs 67,37%). Il tutto con un livello di volatilità del tutto analogo (18,09% vs 18,39%) e con un conseguente baratro nella differenza fra i rapporti rendimento/rischio dei due prodotti (0,27 vs 0,59).
Attenzione: le performance passate non sono un indicatore attendibile di quelle future e tutto è quindi ancora possibile.
Chi oggi decide di intraprendere questo investimento, però, dev’essere una persona che crede fermamente nelle potenzialità del trend e che sia quindi convinta che il ritmo di crescita futura di questo business, non solo, sia tale da poter colmare il gap oggi esistente con l’indice globale, ma che sia probabile un sorpasso, dovuto ad un’espansione molto più rapida di questo particolare settore rispetto al resto dell’economia mondiale.
Un esempio di fai-da-te
Per spezzare una lancia in favore dell’ETF iShares Ageing Population, va detto che la sua performance sin qui deludente, almeno in parte, è dettata dalla sua estrema diversificazione interna. L’indice replicato da questo fondo contiene infatti 375 titoli, cosa che, in questo specifico caso, finisce forse per essere un’arma a doppio taglio, costringendo l’investitore a comprare tutto il pacchetto e impedendogli invece di scegliere solo i top player del trend selezionato.
Ad esempio, un mini portafoglio equipesato composto solamente da
- Amplifon e Sonova (soluzioni per l’udito);
- Edwards Lifesciences, DaVita HealthCare e Medtronic (tecnologia e biotecnologia medica)
- Service Corporation International (servizi funebri)
- Amedysis (assistenza medica a domiclio e in Hospice),
avrebbe fatto nettamente meglio nell’ultimo quinquennio.
Anche se, pur essendo stato per molto tempo davanti e anche di molto, all’indice globale, oggi è stato anche lui sorpassato e si trova adesso dietro di un 6% scarso (vedi foto sotto).
Cosa ne ricaviamo?
- Prima di tutto, le analisi direi che ci ricordano che scommettere contro l’azionario globale difficilmente paga e che quindi va fatto in modo molto dosato.
- Seconda cosa che, a conti fatti, il trend legato all’invecchiamento della popolazione, pur con tutti i dati emessi da ONU e OCSE, che possono portare a credere in una crescita esponenziale dei vari business legati agli anziani, non è assolutamente un investimento privo di rischio. Come non lo è mai un investimento in ambito azionario e per di più, un investimento focalizzato su di un solo ambito tematico.
Certo le possibilità di guadagno ci sono e sono concrete, perché l’economia dell’invecchiamento è un fattore globale, che non potrà (purtroppo) che ingrandirsi a tassi di crescita probabilmente in doppia cifra.
Ma non sarà facile battere un indice globale, che – almeno fino ad oggi – è riuscito con meno sforzi (e meno costi) a sovraperformare in modo schiacciante un buon ETF, come quello visto di Ishares.
- Terzo e ultimo, che il modo forse migliore per puntare su questo forte trend alla ricerca di extra profitti sia quello dello stock-picking (selezione di titoli singoli), come fatto nell’esempio del portafoglio equi-pesato.
Solo così sarà possibile concentrarsi sui sotto-temi del trend che si ritengono più forti e, al loro interno, solo su quelle singole società che sembrano davvero avere le carte in regola per poter cavalcare appieno le crescenti potenzialità del business.
Serve competenza, dunque, nella scelta dei titoli; ma anche pazienza, perché la corsa è di quelle lunghe, dato che le proiezioni dell’ONU arrivano al 2050.
Per cui direi che di questo argomento ne riparleremo fra almeno 20 anni. Nel frattempo, buon invecchiamento!