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25 Luglio 2023

La fondamentale differenza fra tolleranza al rischio e capacità di rischio

Investimenti

Il concetto di rischio è basilare nel mondo degli investimenti, perché condiziona i tuoi obiettivi di investitore, i rendimenti attesi, ma anche le potenziali perdite a cui puoi andare incontro. Per poter prendere decisioni corrette in base al rischio desiderato è però indispensabile conoscere bene la differenza esistente fra capacità e tolleranza al rischio.


Due casi concreti

Laura ha 30 anni, è stata da poco assunta con un contratto a tempo indeterminato in una solida azienda leader di settore, con uno stipendio più che soddisfacente. Ha inoltre da poco ereditato un patrimonio discreto e vive in una casa di sua proprietà. Non ha figli.
Pur avendo dei soldi in eccesso rispetto a quelli che le servono per vivere dignitosamente, conserva la memoria di un investimento sbagliato dei genitori, che avevano perso ingenti somme nel corso della crisi finanziaria del 2008. Non vuole assolutamente che una cosa simile si verifichi anche a lei, per cui è restia a investire e comunque vuole mettere i propri i soldi solo in posti che considera super sicuri e conservativi.

Marco e Francesca sono una giovane coppia appena sposata, che aspetta un figlio e ha in progetto l’acquisto di una nuova casa in cui trasferirsi nel giro di qualche anno.
Solo Marco ha un contratto stabile, mentre Francesca è precaria. 
Gli stipendi sono sufficienti a coprire i loro fabbisogni e quelli del nascituro, ma i due non riescono a mettere da parte molto.
Hanno però come obiettivo quello di far fruttare al massimo il loro modesto capitale, così da poterlo accrescere considerevolmente nel tempo e potersi permettere qualche sfizio in più.


Ecco spiegata la differenza fra tolleranza al rischio e capacità di rischio.

Laura ha una capacità di rischio alta o addirittura molto alta: vive in una casa di sua proprietà, ha un contratto stabile e ben pagato, non ha figli, riesce a risparmiare una buona percentuale dello stipendio e non ha in programma spese importanti nei prossimi anni. Potrebbe permettersi di investire parte del proprio patrimonio in modo addirittura aggressivo, per massimizzare la ricerca di rendimenti, potendo contare sulla sua sicurezza economica ed equilibrando la restante parte di capitale.
In lei prevale però un atteggiamento di paura, che la porta a cercare impieghi conservativi e poco remunerativi, di protezione della ricchezza. Per cui la sua tolleranza al rischio è molto bassa.

Il contrario di Marco e Francesca che, pur avendo sulla carta una capacità di rischio bassa o molto bassa, perché vivono ancora in affitto, aspettano un figlio, non risparmiano molto, solo uno di essi ha un lavoro stabile e hanno per di più in programma una spesa ingente, hanno un livello di tolleranza al rischio alto e cercano rendimenti cospicui con investimenti azionari, sperando di accrescere il capitale negli anni a venire. Cosa che potrebbe mettere a serio rischio i loro propositi, dal momento che si potrebbero trovare, in caso di movimenti a ribasso nel breve periodo dei loro investimenti in azioni, senza il capitale necessario per fronteggiare l’acquisto della casa.


Qual è quindi l’approccio corretto?

Gli esempi fatti mettono in evidenza gli effetti che possono discendere se non ci si approccia correttamente al concetto di rischio.

Laura sfrutterà solo una piccolissima parte del suo potenziale, rinunciando ai rendimenti che potrebbe assicurarsi senza grossi sforzi investendo parte del capitale in asset più remunerativi, in un’ottica di medio/lungo periodo. 
Subirà inoltre perdite di potere di acquisto ingenti, non riuscendo a tenere i guadagni al di sopra del livello dell’inflazione.

Francesca e Marco si stanno esponendo a rischi maggiori di quelli idonei nella loro situazione, mettendo a repentaglio la stabilità di un patrimonio sufficiente alle loro esigenze, ma comunque modesto e, soprattutto, di non riuscire a far fronte all’acquisto della loro casa.

Capacità e tolleranza al rischio sono quindi concetti che è importante analizzare in profondità prima di intraprendere un percorso di investimento.
Prima di tutto è necessario concentrarsi sulla capacità di rischio, verificando se la tua situazione economica sia compatibile con una ricerca di rendimenti più sostenuti e con un orizzonte temporale più lungo o se, invece, sia preferibile giocare in difesa, accontentandosi di guadagni potenzialmente minori, ma con maggiori garanzie di protezione del proprio patrimonio.

Questo primo step può essere compiuto verificando i tuoi obiettivi (cioè il motivo per cui hai deciso di investire) e il tempo per cui sei disposto a conservare il tuo investimento.
Solo così potrai costruire un portafoglio che svolga la funzione attesa e che sia correttamente parametrato sulla base delle tue reali esigenze di spesa.

Nell’esempio di Francesca e Marco potrebbe essere opportuno inserire in portafoglio obbligazioni ad alto rating e quindi super sicure, che abbiano una scadenza compatibile con la data in cui è previsto l’acquisto della casa (es. compro fra tre anni la casa? Inserisco in portafoglio obbligazioni che scadono entro 3 anni, per un ammontare pari a quello del pagamento in programma).

Anche l’effettivo livello di tolleranza al rischio però va indagato a fondo, per evitare di trovarsi nella fatidica scena dell’investitore che, dopo aver indicato di possedere un livello di tolleranza alto, alla domanda ” quindi quanto è disposto a perdere nel suo investimento?” risponda: “perdere? Niente, neanche un centesimo!”.

Spesso infatti non è facile capire il proprio reale livello di tolleranza al rischio, perché si tratta di riuscire a immedesimarsi in uno scenario avverso futuro e ipotetico.
Anche in questo una figura professionale può essere di grande aiuto; per esempio, potrebbe spiegare a Laura il funzionamento dei mercati finanziari e la possibilità, se fatto correttamente e in modo ragionato, di sfruttare il suo capitale al meglio, trovando il giusto equilibrio tra rischio e rendimento atteso. Investire non è come giocare d’azzardo e molte cose sono determinabili a priori.
A Marco e Francesca invece un buon consulente potrebbe spiegare come organizzare il proprio capitale per evitare di restare senza liquidità proprio sul più bello!


Portafoglio core e portafoglio satellite

Una delle strategie utili quando non c’è corrispondenza fra capacità e tolleranza al rischio è quella di dividere il capitale in una parte “core“, che rappresenta il fulcro del portafoglio, e in una componente “satellite“, che si colloca in posizione subalterna.
Si tratta di un approccio di regola utilizzato per destinare una parte minoritaria del capitale ad investimenti aggressivi, cercando rendimenti importanti e mettendo in conto potenziali perdite altrettanto onerose, ma che, se adeguatamente rivisitata, può rivelarsi efficacie anche nel nostro caso.

Pensiamo a Laurapotrebbe dedicare la parte “core” a investimenti conservativi, sentendosi protetta e dormendo sonni tranquilli, e allocare nella componente “satellite” una parte più esigua di capitale, votata a investimenti più in linea con le sue reali capacità di rischio.

Stessa cosa per Marco e Francesca, che potrebbero mettere nel portafoglio “core” la parte di capitale necessaria per l’acquisto della casa e per le spese legate alla nascita del figlio, modulando l’orizzonte temporale sulla base di queste scadenze. E potrebbero invece destinare alla parte “satellite”, compatibilmente alle proprie possibilità economiche, investimenti più aggressivi, con l’obiettivo di accrescere il patrimonio secondo i loro piani originari.

Naturalmente, la percentuale di capitale allocata nel “core” e nel “satellite” non è fissa, ma varia in base alla situazione personale di ognuno e può anche subire variazioni nel tempo, se le condizioni economiche di partenza dovessero a loro volta cambiare.


In conclusione

Capacità di rischio e tolleranza al rischio sono due concetti fondamentali, che troppo spesso non ricevono la giusta attenzione prima di intraprendere un investimento.
E’ necessaria una loro analisi approfondita per poter costruire un portafoglio davvero in linea con le tue esigenze, con i tuoi obiettivi, ma anche con le tue reali possibilità. Ed è un’analisi da fare prima di iniziare qualunque tipo di percorso di investimento, perché il rischio è di non riuscire poi a tornare indietro indenni, quando ormai la frittata è stata fatta.